Venezia. San Girolamo e i quattro Novissimi

La Pinacoteca Manfrediniana è oggi inserita nel Museo diocesano del Patriarcato di Venezia  con sede nel palazzo del Seminario Patriarcale eretto nel 1670 da Baldassarre Longhena a fianco alla Basilica della Salute nel Sestiere di Dorsoduro. La pinacoteca accoglie la collezione d’arte che fu lascito testamentario del marchese Federico Manfredini (Rovigo, 1743 – Campoverardo, 1829) e che consta di 65 dipinti su tela, tavola e rame, con opere di scuola pittorica del centro Italia, ma anche del nord Europa. Il museo custodisce anche altre opere donate da ecclesiastici e cittadini illustri, o salvate dalla dispersione dovuta alle soppressioni napoleoniche. Tra le opere custodite nella Pinacoteca figura un dipinto attribuito a Johann (Hans) Rottenhammer e databile al 1598. Rottenhammer (Monaco di Baviera, 1564 – Augusta, 1625) si formò in Italia a Roma e a Venezia e tornò in Germania solo nel 1606, divenendo cittadino di Augusta e acquisendo il grado di maestro indipendente nel 1607. La sua opera mostra l’adesione a modelli compositivi veneziani, in particolare legati a Tintoretto del quale fu ammiratore, combinati con elementi della pittura olandese, in particolare legati al trattamento dei paesaggi. Fu autore prevalentemente di soggetti religiosi e mitologici.

Nel dipinto di Rottenhammer San Girolamo ha la visione dei quattro Novissimi, cioè delle quattro realtà ultime del credo cristiano: la morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso. Il santo è ritratto in basso, nell’angolo sinistro, insieme con i suoi tradizionali attributi (l’abito da eremita, la pietra con cui si batte il petto, il leone che liberò da una spina, la berretta cardinalizia, il libro della Vulgata, l’angelo trombettiere). Egli contempla ciò che attende l’uomo al termine della vita terrena. La morte è rappresentata attraverso una folla aggrovigliata di persone di ogni età e condizione riunita attorno a un moribondo che riceve il viatico e per il quale si appresta la bara del funerale. In alto il giudizio è presieduto dal Cristo sceso dall’empireo luminoso e seduto sull’arcobaleno della nuova alleanza. Intorno al giudice fanno corona i due intercessori (la madre Maria e Giovanni Battista), gli angeli che esibiscono gli strumenti della passione, gli apostoli seduti sui troni del tribunale celeste, gli angeli tubicini che risvegliano i morti. I risorti destinati alla beatitudine del Paradiso sono accolti dagli angeli e accompagnati nell’ascensione al Cielo. A destra gli angeli giustizieri con le spade fiammeggianti incalzano i dannati e li inviano tra le fiamme dell’Inferno.


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