Les Junies. La cavalcata dei sette vizi capitali

Les Junies è un piccolo comune rurale francese situato nel dipartimento del Lot della regione dell’Occitania. Attraversato dal corso d’acqua della Masse, il comune possiede un buon patrimonio naturale d’interesse ecologico, faunistico e floristico. Tra i suoi monumenti si segnala la chiesetta dedicata all’abate Perdoux (église Saint-Perdufle de la Masse), un santo il cui nome è trascritto con varie grafie (Perdufle, Perdulphe, PardulphePerdon, Pardol). La chiesa è di origini duecentesche ed è stata eretta in stile romanico rurale, con la navata unica e l’abside rettangolare. Conserva all’interno una serie di affreschi dell’inizio del Cinquecento, riscoperti nel 1966.

Ancora ben leggibile è la scena con la cavalcata dei sette peccati capitali, un soggetto comune nella decorazione delle cappelle delle Alpi, tra Francia e Italia. L’allegoria vuole censurare i principali vizi condannati dalla morale cattolica, sottolineandone la diabolicità e la destinazione infernale. I vizi sono personificati e ritratti in catene a cavallo di animali simbolici. I diavoli irridono i viziosi, spingono e trascinano il mesto corteo verso la gola spalancata del Leviatano, simbolo dell’Inferno.

Il primo vizio è la Superbia, personificata in un nobile a cavallo di un leone, con un falco (o un gallo) in mano. Segue l’Avarizia, personificata da un borghese con una scarsella alla cintola e due sacchi di monete nelle mani, a cavallo di un orso o di un lupo. 

Il terzo vizio è la Lussuria, rappresentata da una cortigiana con l’abito scollato che si ammira in uno specchio e monta un caprone, tradizionale simbolo della lascivia. Segue l’Invidia, un uomo che cavalca un cane e che ammira un oggetto prezioso mostratogli da un diavolo tentatore. Il vizio della Gola non si è conservato ma restano visibili il maiale che cavalca e la brocca del vino che regge nelle mani.  

L’Ira è rappresentata da un giovane montato su un leopardo che all’acme dell’autolesionismo si trafigge il petto con la spada. Chiude il corteo l’Accidia, a cavallo di un indolente asino, bastonata da un diavolo giallo. 


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