Maastricht. Il tesoro di San Servazio

Maastricht è la capitale del Limburgo e punto di confluenza di tre civiltà e di tre lingue diverse. La Cattedrale di San Servazio (Sint Servaasbasiliek) è la più antica chiesa olandese e un capolavoro dell’architettura romanica mosana. Dal lato sinistro della chiesa si accede all’elegante chiostro e alla duecentesca Sala capitolare, la Schatkamer, che ospita il Tesoro della cattedrale. Tra i preziosi oggetti custoditi vi è la cassa-reliquiario di San Servazio (Noodkist), in rame dorato, smalti, filigrane e pietre preziose, datata al 1160. 

I rilievi sul Noodkist raffigurano il Giudizio finale. Cristo e San Servazio, sulle due facciate, ne sono i protagonisti. I dodici apostoli figurano sui lati lunghi della cassa e formano il tribunale celeste. Gli spioventi del tetto mostrano gli eletti e i dannati, circondati da angeli. Il testo del Vangelo di Matteo relativo al giudizio finale (25, 35-45) nel latino della Vulgata è riprodotto tutto intorno ai bordi superiore e inferiore della cassa. 

Il Cristo è raffigurato sul trono con un libro aperto sulla frase dell’Apocalisse “Ecce venio cito et merces mea”, con le lettere Alfa e Omega e un Albero della Vita. Il lato destro mostra a coppie sotto una doppia arcata gli apostoli Pietro e Andrea, Matteo e Tommaso, Giuda Taddeo e Simone. Sullo spiovente del tetto tre medaglioni raffigurano gli eletti, che reggono cartigli con le opere di carità valutate nel giudizio finale: “Domine, quando te vidimus esurientem et pavimus”, “Quando autem te vidimus hospitem et collegimus te” e “Domine quando te vidimus nudum et cooperimus te”. 

Tra i medaglioni vi sono rilievi di angeli che suonano le trombe, angeli che consegnano agli eletti la veste candida e le corone della gloria. Sul lato opposto figurano, sempre a coppie, gli apostoli Paolo e Giacomo il Maggiore, Giovanni e Bartolomeo, Giacomo il Minore e Filippo. Sullo spiovente del tetto, tre medaglioni raffigurano i dannati che pongono in negativo le stesse domande degli eletti con l’aggiunta del “non” alternati agli angeli tubicini, alla pesatura sulla bilancia a doppio piatto e agli angeli che ritirano la veste battesimale.

Nel tesoro di San Servazio è anche custodito un dipinto cinquecentesco del Giudizio finale, di autore sconosciuto. La scena celeste è dominata dal Cristo giudice che scende sulle nubi sullo sfondo dell’empireo dorato e iridato. Lo affiancano i due intercessori in ginocchio, il coro degli apostoli e i quattro angeli tubicini che suonano le trombe del giudizio. La scena terrestre lascia largo spazio alla risurrezione dei morti. I risorgenti escono dalle sepolture, si liberano dai sudari mortali e attendono il giudizio individuale. Gli angeli accolgono i giusti e li indirizzano verso il Cielo. I diavoli si impadroniscono dei dannati e li trascinano verso l’abisso riverberante di fiamme.


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