Berlino. Due canonici al Giudizio di Dio

La Pinacoteca (Gemäldegalerie) di Berlino, situata oggi nel nuovo edificio nel Kulturforum, custodisce una delle raccolte di dipinti più importanti a livello mondiale, con opere di artisti europei dal XIII al XVIII secolo.

Il giorno del giudizio

Non mancano tuttavia opere di valore più modesto ma che si qualificano comunque come un’interessante espressione dello spirito del tempo. È il caso di questo dipinto di Anton Woensam, datato 1536, che vede due santi illustri raccomandare due anonimi canonici alla misericordia divina nel giorno del giudizio finale. Il primo santo, a sinistra, è il vescovo Severino, con tiara e pastorale, che ha in mano il modello della Severinskirche di Colonia (la chiesa dalle cui collezioni proviene l’opera). Il cartiglio del vescovo contiene l’invocazione intercessoria: “Jhesu, fili dei, miserere huius famuli mei” ovvero “Gesù, figlio di Dio, abbi misericordia di questa persona che mi è cara”. Il canonico ha un suo emblema spirituale con il Cristo alla colonna e la scritta (sul gradino in basso) “Servat Passio Christi”. Il santo in piedi sulla destra è di più facile identificazione poiché si tratta di Giovanni Battista il precursore, identificabile anche dai suoi classici attributi come l’abito di pelle di cammello, il libro, la croce astile di canna e l’agnello dell’Agnus Dei. Con il gesto delle dita indica il “più piccolo nel Regno di Dio”, di cui al vangelo di Luca. Il ruolo del Battista quale intercessore della misericordia divina nei confronti dei risorti è codificato dalla sua presenza stabile nella Deesis, con Gesù e Maria. Il cartiglio esposto da Giovanni recita “Domine dum veneris iudicare noli hunc condemnare”, l’invocazione dell’ufficio dei defunti che implora il Signore di non condannare il defunto nel giorno del giudizio. Anche il secondo canonico espone un emblema (lo scheletro della morte) con la scritta “Pulvis et umbra sumus” (il detto di Orazio: “Siamo polvere e ombra”). La scena del giudizio vede sulle nuvole in alto comporsi la Deesis con il Cristo giudice e i due intercessori Maria e Giovanni Battista. Un vento impetuoso scompiglia i capelli della Madonna e gli abiti della triade. Gesù siede sull’arcobaleno e poggia i piedi sul globo terrestre. Egli mostra le piaghe della crocifissione ed emette la sentenza di assoluzione e di condanna simbolizzandola con il giglio della misericordia e la spada della giustizia che escono dalla sua bocca. In basso vediamo i risorti, richiamati in vita dal suono delle trombe dei tre angeli tubicini. Essi si dividono in due gruppi. A sinistra gli eletti, che non mostrano alcuna particolare emozione, ritratti nudi di spalle, si dirigono verso la colonna di luce della loro ascensione in Cielo. A destra vediamo il corteo dei dannati, affranti, dirigersi verso l’inferno sotto l’incalzare del rampino e della irridente trombetta dei diavoli.


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