Grossenwieden. Il Giudizio finale nella chiesa di San Matteo

Großenwieden è un paese situato nel Land della Bassa Sassonia (Niedersachsen). Un motivo di notorietà di questo borgo è la caccia alle streghe che vi fu condotta nel 1655, quando sette persone furono accusate di stregoneria e furono giustiziate.

Il presbiterio affrescato della chiesa di San Matteo a Grossenwieden

L’attuale chiesa fu costruita alla fine del XIII secolo. Nel 1488 la volta e le pareti del coro furono affrescate, in chiaro su fondo rosso, con numerose scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento. In particolare le quattro vele della volta descrivono le scene del Giudizio universale.

Il Giudizio e la risurrezione dei morti

Sotto l’Agnello, ritratto con la croce e il calice nella chiave di volta, si stende la vela centrale con l’immagine del Giudice seduto sul doppio arcobaleno, tra i due intercessori. La sentenza di salvezza e di condanna è simbolizzata in tre modi: nella gestualità delle mani, nei cartigli scritti, nel giglio della misericordia e nella spada della giustizia. Quattro angeli tubicini suonano le trombe del giudizio e chiamano i morti a risorgere dalle loro tombe. Tra i risorgenti si aggirano angeli e diavoli a caccia di eletti e dannati.

L’ostensione degli strumenti della Passione

L’apparizione del Giudice è accompagnata, sulla vela opposta, dall’ostensione delle arma Christi. Gli angeli mostrano ai risorgenti gli strumenti della sofferenza di Cristo nella sua passione e morte: la croce, la corona di spine, la lancia, il flagello, la scala, il martello, la canna con la spugna, i chiodi e la tenaglia.

La pesatura delle anime e i beati condotti in paradiso

La terza vela vede in basso la scena della psicostasia: l’arcangelo Michele pesa i risorgenti sulla bilancia a doppio piatto e minaccia con la spada sguainata un diavolo che tenta di falsare a proprio vantaggio l’esito della pesatura. In alto gli angeli accolgono i beati e conferiscono loro la veste bianca e la corona della gloria. Il corteo dei beati si dirige verso il Paradiso, reso con l’immagine della città santa fortificata. L’apostolo Pietro ne apre la porta e invita i beati a entrarvi.

I dannati all’Inferno

L’ultima vela è quella infernale. I diavoli si scatenano nella caccia ai dannati, li inseguono, li catturano, li trasportano a spalla, nelle gerle del fieno e con le carriole, li legano in un mesto corteo e li trascinano nella bocca del drago apocalittico, il Leviatano infernale, dove sono accolti dai suoni irridenti di un’orchestrina diabolica, con trombetta e cornamusa. Sono visibili anche le pene cui i dannati sono assoggettati. Un fabbro viene martellato sul suo incudine, un diavolo aiuta la ‘strega del burro’ a lavorare con la zangola, una strega cavalca un diavolo, un’altra strega versa una sua pozione magica a un demonietto, un diavolo cavalca oscenamente una donna lussuriosa che si specchia vanitosamente, i golosi sono alimentati forzosamente. Nel corteo dei dannati si individuano i rappresentanti della gerarchia e del popolo, mentre sventola la bilancia di un commerciante fraudolento.


Lascia un commento