Monaco di Baviera. Il Giudizio finale di Gherardo Starnina

La Vecchia Pinacoteca (Alte Pinakothek) di Monaco di Baviera (München) espone nelle sue sale una tavola del Giudizio universale dipinta da Gherardo di Jacopo, detto lo Starnina, negli anni compresi tra il 1396 e il 1401. Di questo pittore fiorentino, figlio di Jacopo, soprannominato Starna, non si conoscono con certezza le date di nascita e di morte. La sua attività è documentata dal 1387 al 1409 ed è considerato uno dei pittori più importanti della corrente tardogotica in Italia, che ebbe modo di conoscere formandosi negli ambienti delle grandi corti europee di fine Trecento, poiché lavorò per un certo periodo a Valencia (1380 circa), alla corte di Giovanni I di Castiglia. Si è propensi a identificare nello Starnina anche il cosiddetto Maestro del Bambino Vispo.

Il Giudizio universale dello Starnina

Il Giudizio finale di Monaco proviene dal Monastero di Miramar, nell’isola di Maiorca. L’immagine della baia dell’isola spagnola, con una nave all’attracco, è il cuore del dipinto e il collegamento tra il Cielo e la Terra. In alto, su sfondo dorato, Cristo emerge dalla mandorla e siede sulle nuvole per giudicare i risorti. Rivestito di un mantello azzurro, porta un elaborato nimbo crociato sul capo e mostra le ferite della crocifissione. Alle spalle si staglia il signum crucis, la grande croce con i chiodi, la corona di spine e il titulus. Quattro angeli mostrano gli altri strumenti della passione: la colonna della flagellazione, la lancia di Longino, la canna con la spugna e la secchia dell’aceto, i flagelli. Ai lati di Gesù sono schierati i dodici apostoli che compongono il tribunale celeste: ciascuno di loro è identificato dal tradizionale attributo. Ai piedi di Gesù due angeli in volo suonano le lunghe buccine arcuate e chiamano i morti a svegliarsi e a risorgere per il giudizio.

La risurrezione dei morti

In basso vediamo la scena della risurrezione dei morti. Dai sarcofaghi scoperchiati emergono i corpi dei risorti. Molti di loro sono nudi o ancora avvolti nei sudari mortali. Altri risorti indossano l’abito e la tonsura che li identifica come religiosi. Con grande tempismo i diavoli si avventano sui risorgenti che ricevono la sentenza di condanna e li trascinano brutalmente verso il loro destino infernale.

I dannati

I dannati sulla destra mostrano la costernazione e le lacrime per il triste destino che li attende. Due fanciulle inorridite tentano di sfuggire al diavolo che le tira per i capelli. Vediamo nel gruppo un papa col triregno, un re con la corona, un cardinale con la porpora e la berretta, un vescovo con la mitria, un frate con la tonsura. Molto diverso è il clima che si respira sul fronte opposto, quello dei salvati. I personaggi dei due gruppi corrispondono. Anche tra i giusti si identificano un papa, un sovrano, una regina, nobili e religiosi. Non vi è gioia o esultanza tra loro ma la serena consapevolezza della grazia ricevuta che si trasforma in preghiera di ringraziamento. 


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